Manipolazione: Le tecniche manipolative di web design vengono utilizzate per raccogliere dati, acquisire il permesso di utilizzare i cookie e tracciare gli acquisti dei consumatori online.
Queste tecniche sono generalmente indicate come dark patterns. Ogni giorno gli utenti utilizzano una dozzina di app e siti Web accuratamente realizzati da un team di designer, esperti e uomini d’affari per offrire la migliore esperienza agli utenti. Almeno, questa è l’idea generale. In realtà, la maggior parte di questi prodotti ha contenuti accuratamente realizzati per indirizzare in modo errato e manipolare il comportamento degli utenti al fine di garantire profitti alle aziende.
Cosa sono e come agiscono i dark patterns
I dark patterns (modelli oscuri) sono sistemi, interazioni o scelte progettuali che sono deliberatamente progettati per manipolare o persuadere gli utenti a fare determinate scelte che non corrispondono con la loro intenzione iniziale.
Questi modelli esistono esclusivamente a vantaggio di un’azienda indipendentemente dall’esperienza dell’utente. In altre parole, i valori e le aspettative degli utenti vengono sostituiti con i valori dell’imprenditore o degli investitori i quali utilizzano trucchi per ottenere interesse e coinvolgimento.
Il termine “Dark Patterns” è stato coniato nel 2012 da Harry Brignull, il quale ha condotto una serie di ricerche incentrate sul riconoscimento dei modelli oscuri e sulle aziende che li utilizzano consapevolmente. Dallo studio è emerso che la maggior parte delle multinazionali svolge ricerche approfondite per trarre vantaggio dagli utenti e ciò renderebbe la manipolazione digitale un atto non etico, talvolta al confine con l’illegalità.
Come fanno le aziende a controllare il comportamento degli utenti in Internet
Quando si visita un sito Web o si utilizza un’app per la prima volta, il comportamento iniziale è quello di scansionare il contenuto. La prima cosa che salta all’occhio sono i pulsanti evidenziati, le immagini e le aree di testo in grassetto. Dopo la scansione, la reazione immediata non è quella di leggere i dettagli, ma di interagire con il contenuto.
Le aziende e le organizzazioni conoscono a fondo questo meccanismo psicologico e mettono in atto strategie di marketing volte ad alterare il comportamento digitale dei loro utenti nei confronti dei prodotti, arrivando a condizionare le scelte del consumatore. Ad esempio Facebook o Linkedln spingono l’utilizzatore a condividere contenuti ed invitare amici sfruttando l’innato desiderio umano di socializzazione. Spesso vengono anche utilizzate forme di ricompensa che servono a fidelizzare gli utenti e spingerli a investire ulteriormente il proprio tempo o denaro sulla piattaforma.
Le invisibili tattiche di manipolazione digitale
I dark patterns sono realizzati sulla base della psicologia umana e possono condizionare i bisogni e gli interessi dell’utente. Si tratta di formule così ben progettate che le persone non sanno quasi mai in che modo ciò influisca sul loro comportamento. Un utente viene indotto con l’inganno a condividere più informazioni di quelle inizialmente previste, sollecitando azioni online come avviene ad esempio attraverso l’invio di email che contengono un link verso il sito di riferimento. Al giorno d’oggi molte società scambiano i dati degli utenti dopo aver raccolto informazioni da società, cookie e tracker di terze parti.
Tuttavia, c’è una paura più grande all’interno di queste aziende: il potere degli utenti che sanno di essere manipolati.
Il problema per le aziende
Nella società contemporanea vi è un più alto grado di consapevolezza sulle azioni online e su ciò che può influenzare le proprie scelte. Quando gli utenti scoprono di essere manipolati avranno sempre una reazione avversa nei confronti dell’azienda e per gli imprenditori questo meccanismo può generare un grande impatto negativo sull’affidabilità del marchio. Infatti, raramente le aziende ottengono profitti a lungo termine dall’utilizzo di dark patterns.
Per questo motivo oggi si dovrebbe puntare ad utilizzare la manipolazione digitale per fini meno utilitaristici e più mirati a spingere i consumatori verso comportamenti corretti. Esperti del settore suggeriscono che i web designer dovrebbero avere un codice di condotta etico in cui privacy, onestà e rispetto dovrebbero essere gli elementi fondamentali.
Il potere persuasivo delle odierne tecnologie, se utilizzato in modo corretto, può dunque trasformarsi in un catalizzatore di comportamenti positivi, il cui beneficio finale offrirà un vantaggio sia ai singoli utenti che all’azienda.